Ieri
ho incontrato Benji e il cugino del pagliano: curioso che non riesca
a ricordarmene il nome dato che c'è stato un tempo in cui passavo
più tempo con lui che con la mia ragazza brigando per i soldi e la
droga.
Di
Benji non posso dimenticarmi non fosse altro che è il fratello di
Zanna che è morto nell'anno della sfiga 2017 e che le nostre vite da
borderline si incrociano saltuariamente nel corso del tempo da quando
lui non era che un ragazzino molto vivace che si ingozzava di
eccitanti ai rave, prima del millennio.
Inoltro
non posso dimenticare quella sera ai magazzini generali in cui, a
fine serata, durante la solita rissa finale a porte chiuse che
divertiva tanto i miei sedicenti seducenti amici lo vidi tirare un
anfibiata sulla testa ad un tipo che era già steso a terra. Dio solo
sa come quel tipo non sia su una sedia a rotelle o morto, anche se al
momento non sono stato li a guardare cosa gli fosse successo. Cmq
adesso che ci penso Benji non è il fratello di Zanna ma del Chu,
zanna era fratello di Chamu'.
Questo
la dice tutta sulle capacità di gestione della rabbia e del calcolo
delle conseguenze del mio “amico” Benji” e sulla mia memoria
malandata.
Cmq
non era un caso che, come già sapevo dalla mia amata ex mogliettina,
Benji era uscito dal carcere da pochi giorni per omicidio stradale.
Erano
circa le sette di sera e io venivo verso Gratosoglio lungo via Meda e
loro andavano sul marciapiede, i nostri sguardi si erano incrociati
ed io ero passato oltre. Un bangla mi aveva chiamato con la sua
insegna urlante “Ceres c'è” e avevo sbandato a sx.
Solo
a quel punto avevo sentito il cugino del Paglio ( come cazzo si
chiama?) dire “ ma è Pietro quello?”
“almeno
non mi chiamano Nutrio” ho pensato,
Non
mi avevano riconosciuto tanto sono cambiato, dimagrito morto e
rinato, allora mi sono fermato e abbiamo cominciato a scambiarci
convenevoli da tossici: dalla mano sinistra di benji, dalla parte
opposta della destra che mi stringeva la mano pendeva una 8.6. e come
mi aveva porto la mano destra ora mi offriva il contenuto della
sinistra.
L'avevo
automaticamente afferrata ma era semivuota e gliela ho restituita
senza berla, non certo per le malattie che avrei potuto contrarre ma
per lo schifo che mi era salito all'idea di bere una birra ad alta
gradazione calda e sgasata e condita con il suo sputo. Aveva un felpa
nera con scritte rosse blu orripilante mentre raccontavo loro che ero
stato in clinica psichiatrica poi in comunità e loro avevano
registrato la cosa banalmente, ne avevano sentite e passate di tutti
i colori: tre mesi di comunità erano proprio un cazzo per loro. Del
resto da un certo punto di vista erano una cazzata pure per me.
Alla
mia domanda sulla galera, la sua Benji era stato piuttosto reticente
“ tutto bene” aveva risposto come se farsi quattro anni di
gabbio per avere tolto la vita ad un'altra persona alla guida ubriaco
di un furgone di proprietà di suo padre fosse un esperienza come
un'altra e questo la dice lunga sulla gestione del senso di colpa del
mio caro “amico” Benji
“stavo
giusto comprandomi una birra” ho detto senza pensarci troppo e sono
entrato dal bangla senza troppo pensarci e ho comprato una tennents.
Perchè
se è vero che sono cambiato è altrettanto vero che non ho smesso di
bere.
Ogni
sera quando arrivo in fondo alla giornata sobrio sento impellente il
desiderio di bere di stordire i miei sensi sempre all'erta e ho
ricominciato a bere.
Cmq
loro stavano andando a cercare un cinese dove mangiare, Il cugino del
paglio ( porco dio non mi ricordo come si chama, misteri della mente)
aveva aperto una 8.6 e io volevo stappare la mia tennents.
Solo
allora mi sono accorto che non ho più il cavatappi attaccato al
portachiavi, l'ho staccato la mattina che mi sono rinchiuso in
clinica, 100 kg di cristiano sull'orlo del baratro, e la bottiglia mi
scottava nella mano, avevo paura che la gente mi vedesse, di potere
incontrare qualcuno, il cugino del Pasglio mi ha guardato incuriosito
mentre mettevo la birra nello zaino: è sempre stato un tipo sveglio,
se solo mi fossi ricordato come si chiamava, avrei intavolato una
conversazione con lui e non con tutti e due. Invece erano loro che
conversavano mentre io li seguivo arrancando come uno zoppo chiedendo
se sapevano qualcosa di Stefanino, ma non ne sapevano niente: è così
fra i tossici, se non ci si incontra nei luoghi di spaccio o non si è
compagni di merende “intimi” non se ne sa nulla di niente e di
nessuno, a meno che qualcuno non muoia allora se ne ricordano tutti e
giù melodrammi.
Alla
terza volta che avevo chiesto di Ste Benji mi aveva apostrofato
“ma
che cazzo, ti sei innamorato di quel coglione del Gonzo? E chi chi se
ne frega”
lo
avevo già annoiato....ho continuato a camminare aaccanto a loro
ascoltando i loro discorsi
che
vertevano sulla figa, delle fige specifiche : la Franca, la Greta e
sa il cazzo chi altro.
Il
cugino del paglio, non sapevo chiamarlo, rivolgergli la parola da
solo a solo perchè non mi veniva il suo nome.
Era
un lapsus freudiano: perchè lui non era come Benji un animale da
strada ma uno un po' più sensibile, e a volte nei nostri deliri
avevamo parlato anche di cose profonde e di arte, come solo in stato
alterto si può fare.
Mi
ero sentito in dovere di continuare a raccontare la mia esperienza in
campo di rieducazione e Benji era rimasto interessato dalla comunità
dove ero stato “ mi hanno detto che è la meglio, è vero? Dopo due
tre mesi ti danno anche il cellulare”
“
se
essere rinchiusi è bello si, allora credo che la galera sia peggio,
magari riesci anche a scopare”
“visto?”
aveva detto Benji a.....?” come cazzo si chiamava?
“sono
tutti cocainomani cmq, sti ragazzini che c'erano” ho detto io
“beh
del resto”
“beh,
sai che c'è, adesso secondo me sono cambiati i tempi, ai nostri
tempi le leggi e la percezione delle droghe era diverso” ho provato
a spiegare quello su cui avevo riflettuto per tre mesi, tra le tante
cose.
I
pensieri mi si affollavano nella mente ma era impossibile spiegarmi,
nel caos di via Meda, nel rumore di fondo di questa città che rende
tutto confuso, troppe parole e così poca capacità di sintesi specie
in questo caos che mi da il panico da che mi ricordo, da quando ho
cominciato a ragionare con la mia testolina bacata.
“siamo
borderline,” aveva detto Mister x ( come cazzo si chiama?)
“anche
a a me mi hanno catalogato così”
“
sai
che c'è? noi la linea di confine su cui ci dicono che camminiamo da
tempo ce la siamo pippata subito” aveva tagliato corto Banji e
questo la dice lunga sulla capacità di gestione del pensiero
filosofico del sopradetto Benji.
“minchia
come sei invecchiato” mi aveva detto “ per cambiare argomento
“come
invecchiato? Ma se sei mesi fa sembrava che avevo vent'anni di più?
“no,
parlo dei capelli sono diventati molto più bianchi”
“ah,
i pensieri sono stati” non ci credevo nenanche un po' e questo la
dice lunga sulla percezione che ho io delle apparenze di me stesso.
Li
avevo accompagnati fino all'angolo di via Tibaldi e ormai non mi
cagavano quasi più: stavano cercando un cinese dove mangiare e
parlavano di che direzione prendere, normali discorsi umani, anche i
tossici mangiano, solo ho pensato che avessero soldi in tasca e
probabilmente avevano anche della droga nell'altra ma non ho voluto
approfondire
“
beh
ragazzi io vado a casa, se no mi perdo l'eredità”
“
che
eredità?” era stato l'ultimo lampo di attenzione: soldi gratis o a
scrocco
“
la
trasmissione di rai uno”
“
ah
si.... minchia Pietro che uomo serio” mi aveva detto il ??? (
cristo come cazzo si chiama)
“
sai
com'è a momenti non ci lascio le penne con quella roba “ avevo
detto sogghignando e indicando la 8.6 nella sua mano e tra noi due
per un attimo c'era stata un po' della vecchia complicità, quella
tra persone sensibili in un mondo anestetizzato.
Benji
era escluso da quel saluto, era già avanti e mi aveva salutato con
un cenno da dietro le spalle io e lui ci eravamo stretti la mano
“
beh
ci si vede in giro”
mentro
lo dicevo sapevo che non era vero, che chissà se li avrei rivisti
prima di morire ancora una volta per caso come solo fra tossici,
senza chiamare, senza cercare, solo spinti come cani sugli stessi
odori che ora mnon mi attiravano più
Ero
tornato verso Gratosoglio, e avevo telefonato a Silvia, la ragazza
che dice di amarmi e che io sto cercando di amare. Due persone con le
loro storie complicate e diverse in una città indifferente collegate
dal filo invisibile delle nuove tecnologie, le avevo raccontato
tutto.
“
hai
comprato la birra?”
come
potevo spiegare quello che provavo se non attraverso il mio corpo?
“dai
che domani ci vediamo”
Tornando
mi ero fermato ad un altro Bangla a comprare un altra ceres, ho
sempre l'idea da alcoolizzato e tossico che la bummba non sia mai
sufficiente.
Sono
tornato a casa e mi sono bevuto la ceres mentre mi cucinavo tonno coi
fagioli.
Non
avevo indovinato la parola, e mi ero ingozzato come un maiale e poi,
dopo il telegiornale, mi ero aperto la birra e mi ero messo sul
divano.
Avevo
sonno e striscia la giustizia stava giustiziando qualcuno, sul
cellulare mi scambiavo frasi con Silvia, e avrei dovuto incorniciare
alcuni quadri x una mostra.
Mi
ero svegliato verso le dieci e mezza e la birra era li intatta sul
tavolino, sul cellulare Silvia mi diceva, “ti sei addormentato sul
divano?”
“si”
le avevo risposto ma adesso era lei ad essersi addormentata, o stava
coccolando suo figlio.
Ho
pensato che anche benji aveva un figlio e alla differente percezione
che avevano di essere genitori Silvia e benji.
Avevo
preso la birra fatto un sorso, sapeva di sconfitta e di niente: Ero
andato in cucina e l'avevo svuotata nel rubinetto, un gesto che sei
mesi fa non avrei mai fatto neanche sotto tortura.
Ero
tornato di là e davano un bel film. Il personale umano di Virzì.
Un
tempo sarei stato sveglio a guardarlo bevendo wodka e addormentandomi
sul divano tutta notte con la tv accesa, risvegliandomi stanco come
prima, come sempre alle quattro, riniziando a bere birra o wodka fino
all'alba.
Invece
avevo postato la canzone “ i wanna be your dog” a Silvia e
scritto “buona notte”
ed
ero andato a dormire nel letto dicendomi che si, sono sempre lo
stesso ma un po sono anche cambiato. Continuavo a pensare alle loro
mani, lercie, come per anni avevo avuto anche io, con cui mi
iniettavo nelle vene eroina e cocaina fregandomene delle malattie e
confidando nell'unico dio in cui mi sia dato di credere: la scienza
statistica e pensando che domani sarebbe stata una bella giornata
perchè l'avrei vista il mio amore quasi impossibile. Ma adesso lei
non mi sta chiamando. E non verrà ma io non credo che affogherò i
miei problemi nell'alcool.
C'est
la vie.